Dedico questo breve testo ai miei due Bovari del Bernese di dieci anni, Giada e Byron, compagni dall’ inesauribile amore ed entusiasmo, che mi insegnano tutti i giorni ad apprezzare la vita.
Definirei la vita con il proprio cane, come la situazione idilliaca per eccellenza, protratta nel tempo e rinforzata quotidianamente dall’esperienze condivise; armonia e sintonia d’intenti; affiatamento smisurato; intesa quasi telepatica, dettata dall’empatia profonda e dal costante rapporto. La fusione di due vite verso un unico percorso insieme. Inesorabilmente però, ad un certo punto i ritmi si modificano, le risposte rallentano e ci si rende conto con infinita tristezza che il nostro migliore amico sta invecchiando. È difficilmente accettabile, ovvio, specialmente per chi ha scelto una razza che, come i nostri Bovari del Bernese, i molossoidi e le razze giganti, già dopo il settimo anno di età può definirsi “anziana” (più la taglia aumenta, meno l’animale è longevo). La “terza età” è una fase delicatissima del percorso con il proprio cane, che richiede cure ed attenzioni notevoli, sia fisiche che psicologiche. Capita spesso che il proprietario faccia estrema fatica a rassegnarsi o anche semplicemente a rendersi conto del cambiamento fisiologico nel proprio compagno e che si ritrovi “improvvisamente” a dover affrontare patologie senili caratteristiche: fattori esogeni (comportamentali) quali: ansia, disturbi nella comunicazione, disturbi gerarchici, depressione e fattori endogeni (invecchiamento cerebrale, alterazioni endocrine, forme tumorali, cardiopatie, artrosi). Attualmente si possono fare dei check-up veterinari geriatrici, tramite i quali l’assistenza sanitaria è garantita. Per quanto riguarda invece il comportamento, le richieste che vengono sovente poste all’educatore cinofilo, riguardano: mancanza di vivacità, disinteresse al gioco, improvvise minzioni o defecazioni incontrollate, disturbi del sonno e/o sonnolenza eccessiva, iperattaccamento secondario che può provocare ossessive lesioni da leccamento, distruzioni o vocalizzi se il cane viene lasciato da solo, alterazioni dei rapporti sociali, affanno, modificazione dell’assunzione del cibo con conseguente dimagrimento o obesità, abbassamento delle reazioni agli stimoli esterni e delle risposte, perdita degli apprendimenti, disorientamento. Capita frequentemente che i proprietari, stravolti, per tamponare tali disagi, decidano di adottare un nuovo cucciolo, temendo di restare da soli e subire il grave shock della perdita; oppure perché vogliono continuare ad avere un allegro e vispo compagno di giochi, sport e tempo libero; oppure perché il piccolo tenga compagnia all’anziano quando loro non sono presenti. Non è una scelta del tutto sbagliata, ma bisogna tenere sempre prima in considerazione le esigenze del cane, un individuo di una certa età, al quale, invece, la presenza di un eccitato botolo pieno di energia potrebbe dare tanto fastidio! In questo senso, i cani potrebbero manifestare il proprio disagio aggredendosi e poi venire (anche!) sgridati perché hanno usato le “brutte maniere”. Infatti proprietari tendono a difendere e proteggere il nuovo arrivato intromettendosi nelle indispensabili “discussioni” ed a punire sempre il più “grande”. Questi comportamenti conducono a squilibri gerarchici infruttuosi e pericolosi: il cane che è stato “alfa” per tanti anni, deve continuare a rimanere tale anche ad una certa età e ad avere la priorità nelle effusioni, nella somministrazione della ciotola, nella toelettatura, nell’uscita da casa: è la regola del branco. Non bisogna intervenire nel loro ordine sociale, ad ogni modo, una volta che i cani si attaccano, è consigliabile, se possibile, interromperli dalla prima fase della sequenza e dividerli; se invece la rissa è in pieno svolgimento, bisogna allontanarsi dal luogo per evitare ogni possibile danno fisico personale. Non rimanere a guardarli, non gridare e non gesticolare in modo concitato. La sequenza deve venire portata a termine ed il cane sottomesso non dovrà assolutamente venire consolato, così come il vincitore non dovrà venire sgridato o punito.
A seguito della logica sospensione delle attività fisiche sportivo agonistiche e della riduzione ai minimi termini anche della normale attività fisica quotidiana, il cane anziano subisce un naturale decadimento. Si arriva ad una graduale esclusione dalla vita familiare del cane vecchio il quale, sfinito, sprofonda in gravi patologie. Invece, il corretto atteggiamento da mettere in atto (finchè si può) con i cani per ovviare agli acciacchi dell’età, è quello di effettuare regolari visite veterinarie, informarsi sull’alimentazione adatta, assicurarsi che bevano a sufficienza sempre acqua fresca e pulita, fare attenzione agli sbalzi di temperatura, garantire vari stimoli moderati e costanti, escursioni “esplorative” quotidiane, interazioni intra ed interspecifiche, “lavoretti” leggeri che mantengano efficiente l’attività mentale e li facciano sentire utili e preziosi ai nostri occhi (portare il giornale, fare la guardia quando noi usciamo, cercare le ciabatte, dare la zampa…). Le cure parentali vanno intensificate sia per ovvi motivi igienici (alito pesante, odore cutaneo, pelo opaco), ma anche e soprattutto per rendere il cane ancor più bello, affascinante ed attraente: lui si rende perfettamente conto del piacere che proviamo a stargli vicini o, al contrario, della repulsione che può provocare quando non è in ottime condizioni. Bisogna evitare di assecondare le “pigrizie”, di coccolare l’animale se non riesce più ad alzarsi o a correre veloce, di confortarlo con frasi pietose ogni qual volta stenta ad esibire dei comportamenti che prima erano scontati. Piuttosto è utile incoraggiarlo a tentare, offrirgli altre e più semplici opportunità e fare in modo che egli possa sentirsi sempre tanto gratificato, anche per dei risultati inferiori. La nostra gioia sarà la sua. Il nostro entusiasmo dovrà bastare a tutti e due. Inutili compassioni non giovano a niente e a nessuno.
Per portare la mia esperienza diretta con i miei due Bovari del Bernese (entrambi nati nel 2000, lui ad aprile, lei a marzo) devo ammettere di avere avuto una fortuna sfacciata! Hanno dieci anni ed ancora me li porto al mare, in montagna sulla neve, in campagna, anche se, prudentemente, limito i tempi e scelgo accuratamente i percorsi. Gioco e li abbraccio tanto e godo sempre appieno della loro presenza. Entrambi hanno evitato ogni preoccupazione sia livello comportamentale che fisico: Giada, adottata all’età di 4 anni e descrittami come “impossibile”, ha inorgoglito tutti con inserimento sociale impeccabile e repentino, e, tranne che per dei dolori alle articolazioni per cui assume al bisogno un antinfiammatorio specifico e per l’intervento chirurgico di sterilizzazione (superato brillantemente), non ha mai avuto bisogno di altre cure. É forte, robusta, disponibile e sicura di sè. Byron, adottato all’età di due mesi, non vede l’ora di recarsi presso la clinica veterinaria dei nostri amici Paolo ed Adriano perché, oltre che ad avere donato più volte il suo sangue per dei cani bisognosi ed avere effettuato le normali vaccinazioni di routine, non ha ricevuto altro che biscottini, complimenti e tante, tante carezze. Hanno convissuto con dei loro consimili per qualche tempo nel loro territorio ma, avendo potuto esprimersi con i loro rituali e mantenere così il loro ordine gerarchico, non c’è stato alcun problema. Attualmente sopportano la presenza di Onyx, un Border Collie inesauribile, di due anni, che ha trovato la sua giusta collocazione sociale ed ha ottenuto così il rispetto meritato.
Inutile negarlo, con Byron il rapporto è speciale e nonostante sia ormai in “pensione”, continua più che volentieri ad aiutarmi nei corsi di socializzazione dei cuccioli, come cane mediatore: il suo equilibrio, la sua saggezza ed il suo bon-ton, lo rendono un “maestro canino” unico ed insostituibile!
Ringrazio di cuore l’allevamento degli Antichi Mulini e la Sig.ra Paola Zavan ed il marito, Rino, per le foto che hanno scattato durante il lavoro di socializzazione ed educazione cinofila di base.
Laura Modonutti
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