Centodieciebau
Home page
Chi sono
Byron Junior
Formazione
Campionati bellezza
Pet therapy
Prove naturali
Rally-Obedience
Cittadino a 4 zampe C4Z
FISC - CNS
APNEC
CSAA
Contatti
Foto Gallery
Problematiche Comportamentali
Dog Dance o Free Style
Articoli
Handling
Amici
Veterinari Collaboratori
CUCCIOLI: Guida per NEO PROPRIETARI

Il giorno tanto atteso è finalmente arrivato: oggi il vostro adorabile cucciolo verrà a casa con voi! Sarete sicuramente andati a fargli visita qualche volta presso l’allevamento prescelto e già parecchie informazioni vi saranno state date a proposito del suo carattere e delle sue peculiarità. Avrete quindi preparato amorevolmente il corredino: la cuccia per esterno, il kennel (trasportino) per i viaggi, la brandina in tela o legno, le ciotole (preferibilmente in acciaio inox), il collare (assolutamente non a strozzo o a punte e non sottile, ottimo in cuoio alto circa 2 cm. e con fibbia regolabile) e/o la pettorina, il guinzaglio e la museruola (con la recente ordinanza ministeriale Martini concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani, è obbligatorio portarla con sé ed eventualmente usarla nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico ed il guinzaglio deve essere accorciabile ad una misura non superiore ad 1,5 mt durante la conduzione dell’animale in luoghi pubblici), le spazzole, i pettini, il taglia-nodi, il tronchesino per regolare la lunghezza delle unghie, i prodotti per l’igiene degli orecchi, lo spazzolino da denti ed il relativo dentifricio, una bilancia adatta a verificare il peso del cucciolo per constatarne la crescita. Avrete procurato l’indispensabile per affrontare bene il primo viaggio: ciotola ed acqua fresca; asciugamani e rotoloni di carta assorbente (tipo da cucina) per rimediare ad eventuali “inconvenienti di viaggio”; avrete chiesto agli allevatori di evitare di farlo mangiare da almeno 4 ore prima della partenza e non mancherà sicuramente un “assistente volontario di bordo” che terrà in grembo il batuffolo durante il tragitto: non lo isolerete nel kennel o nel baule durante il primo viaggio, potrebbe essere traumatico. Eviterete che il clima dell’abitacolo sia troppo caldo o troppo freddo, non farete corrente d’aria, non regolerete l’autoradio a volume troppo sostenuto. Così, molto probabilmente (in particolar modo se il percorso sarà lungo) il piccolo si addormenterà sereno, cullato dal movimento e dal calore del corpo umano. Durante le tappe eviterete di far scendere il cane a sporcare o a sgranchirsi le zampe in zone a rischio di infezioni procurandovi dei vecchi giornali su cui fargli fare la pipì. Non dovrete assolutamente permettere al cagnolino di saltare giù da solo dall’auto, ma lo prenderete in braccio correttamente, senza mai sollevarlo per le zampe anteriori: l’avambraccio tra le sue zampette anteriori, l’altro avambraccio tra le posteriori fin sotto la sua pancetta liscia e calda, facendo in modo che il suo peso sia equamente distribuito; appoggerete quindi la sua schiena sul vostro petto consentendogli di guardare avanti. Oppure potrete sollevarlo cingendolo bene stretto sul torace, il più vicino possibile alle zampe anteriori, appoggiandovi il suo fianco al vostro petto con la testolina di lato sulla vostra spalla ed il muso rivolto al vostro viso, sostenendolo poi con un braccio attorno la sua schiena, la mano sul posteriore e l’altra sul torace, come con i nostri cuccioli umani; molto delicatamente lo appoggerete sul terreno evitando urti inutili. Il viaggio in questo modo trascorrerà serenamente. Arrivati a casa non sarete chiassosi, troppo protettivi o troppo propositivi, ma avrete tanta pazienza (avrete una vita di fronte per raggiungere tutti gli obbiettivi che vorrete); farete in modo che il cane non cammini su pavimenti scivolosi o salga/scenda le scale; educherete i vostri bambini ad essere rispettosi; eviterete le visite di parenti e di amici curiosi per i primi due o tre giorni; permetterete al neo-arrivato di ispezionare l’ambiente nuovo seguendolo con discrezione, sempre quieti e disponibili ad 1una parola dolce ed una carezza pacata ogni volta che lui vi si avvicinerà. Ogni cucciolo ha le stesse esigenze: mangiare, liberare il proprio intestino, dormire e giocare. Per la somministrazione dei pasti vi atterrete scrupolosamente alle indicazioni fornitevi dagli allevatori e/o dal veterinario, avendo cura di pesare ogni due giorni il piccolo per verificarne il corretto sviluppo (magari annotandolo su un quadernetto). Non dovrete mai cedere ai tentativi di corruzione del vostro beniamino nelle richieste di cibo “fuori pasto” e tanto meno “allungargli” bocconi dal vostro piatto. Questo eviterà sgradevoli comportamenti di elemosina che, se da parte di un cucciolotto potrebbero risultare buffi e talvolta simpatici (hanno uno stile tutto particolare per convincerci a fare ciò che vogliono!) da parte di un “bestione” di 55 Kg non potranno che essere fastidiosi (nonché pericolosi se proiettati su un bimbo piccolo mentre fa merenda). Inoltre, cercherete di ragionare “da cane”: che credibilità avrete come leader se solo con uno sguardo languido vi toglieste il cibo (risorsa primaria di massimo valore per i cani) di bocca? Agli occhi dei cani un gesto del genere risulterebbe paragonabile (in umana) a cedere lo scettro ed il trono al futuro re. Quindi, se cederete al cane tale licenza, non aspettatevi obbedienza…L’intento sarà invece quello di dimostrargli che avrete l’ assoluta capacità gestionale delle risorse primarie e che proprio per tale motivo meriterete rispetto e devozione. Ad esempio: prima di somministrare lui la razione di cibo, chiederete qualcosa: “Seduto” e poi, con un sonoro complimento, concederete la ciotola; ve ne andrete per dieci, quindici minuti. Ritornerete e ritirerete la ciotola per lavarla. Vietato assistere al suo desinare: significherebbe palesare la vostra speranza di ottenere gli avanzi, tipico comportamento dei soggetti gregari che devono attendere che il leader sia sazio prima di poter accedere al pasto. Se vi comporterete da gregari nella gestione delle risorse primarie, chi pensate occupi posto da leader? Capiteranno presto ed inevitabilmente i “laghetti” e le “montagnette” sui vostri bellissimi pavimenti, piuttosto che sui preziosi tappeti: sarete benevoli, non urlerete e non colpirete assolutamente l’ingenuo “malfattore”: lui non avrà ancora acquisito il controllo degli sfinteri (e non lo acquisirà fino a circa cinque mesi d’età) e non saprà ancora “dove si può” e “dove non si può”; imparerà molto presto, ma intanto vi rassegnerete a pulire con prodotti sgrassanti, deodoranti e non a base di ammoniaca, preferibilmente evitando di farlo davanti ai suoi occhi perchè alcuni cani hanno un comportamento allelomimetico, cercano cioè di riprodurre le azioni del proprietario; per cui diventano coprofagi, divorano cioè le proprie feci, per farle sparire come hanno visto fare al loro leader quando le ha raccolte e le ha cestinate; o peggio, per la paura di farlo arrabbiare, se è già capitato, e quindi venire percossi. In altri contesti, alcuni scodinzolanti amici, se vedranno piantare dei meravigliosi fiori in giardino, a loro volta cercheranno di farlo, distruggendo l’aiola organizzata con tanta cura. Sappiate anche che, quando arriverete a casa dopo ore di assenza (i cani non vanno lasciati per più di 4 ore da soli) e troverete dei danni fatti dal piccolo, egli non l’avrà fatto intenzionalmente, per farvi dei “dispetti”, ma solo perché avrà reagito ad una situazione di scontento, stress o solitudine. Il cane ha tre modi per reagire allo stress: sporcare, abbaiare ed usare i denti. Preoccupatevi di capire che cosa lo avrà indotto a comportarsi così, correndo ai ripari con saggezza ed affetto: potrete rivolgervi quanto prima ad un esperto che possa aiutarvi ed eviterete assolutamente di punirlo. Se verrà castigato, il cane accumulerà ulteriore stress gratuito che, se fino a prima della punizione passava con il rientro del proprietario, ora invece non passerà; anzi: il rincasare verrà interpretato come un’altra punizione gratuita che lo indurrà ad aver paura, sfiducia, aggressività. Se un cane combina dei guai, la responsabilità non è mai solo sua. Inoltre, non crediate alle leggende metropolitane che dicono che “il cane sa” di averla combinata, “difatti appena mi vede si appiattisce al suolo e scappa”: questo comportamento è dettato dalla “lettura” che il cane fa delle vostre mimiche facciali, delle posture fisiche e degli sguardi, i quali non tradiscono la vostra emotività: arrivate prevenuti perchè temete di trovare dei disastri, siete tesi e nervosi, avete le ciglia aggrottate e le spalle ricurve e lo guardate minacciosi. Lui capisce che non siete ben disposti e fugge, ma non sa perché. Per evitare che sporchi in casa, vi allenerete a prestare tanta attenzione al comportamento “pre-incidente” esibito dal cane: quando annuserà per terra, gironzolerà su se stesso, guairà e magari si avvicinerà alla porta, sarete tempestivi nell’accompagnarlo nel luogo stabilito come “wc”, attenderete e loderete (solo dopo che avrà concluso “l’operazione”) con quanta più enfasi potrete, anche elargendo un succulento bocconcino. Un consiglio: nel luogo dove pensate possa sporcare, lasciate un po’ della sua “montagnetta”, in modo che la volta successiva la ritrovi ed abbia la conferma che “lì si può”. Lo porterete fuori dieci, quindici minuti dopo che avrà mangiato, giocato o appena si sarà svegliato. I cani sono animali straordinariamente abitudinari, la loro vita è un susseguirsi di rituali e la regolarità sugli orari dei pasti, del gioco e del riposo agevolerà l’insegnamento delle norme igieniche. Disinvoltamente affronterete anche la tanto temuta “prima notte”. Cercherete d2i essere comprensivi e di “mettervi nei peli” del piccolo: avrà vissuto fino a poche ore prima in un ambiente rassicurante, in compagnia dei fratellini e della madre senza mai un attimo di solitudine o di noia. Nella nuova casa (la vostra) ci saranno odori e rumori sconosciuti, persone estranee, tutto sarà ignoto ed anonimo. Al momento inoltre non esisterà alcun riferimento, né animale né umano. Perciò non lo lascerete solo e non gli permetterete di piangere per ore: sarebbe uno stress inutile ed assolutamente gratuito. Potreste aiutarlo acquistando un prodotto, il D.A.P., Dog Appeasing Pheromone: feromoni appaganti materni del cane (inodori al nostro naso) che se spruzzati sul giaciglio del cane lo aiuteranno a controllare le manifestazioni legate a paura ed allo stress. Accomoderete la sua cestina accanto al vostro letto (non lasciandolo però dormire assieme a voi, presto ve ne pentirete!) oppure per un paio di notti dormirete voi sul divano con lui vicino accucciato sul tappeto. Così sarete facilitati nel breve e necessario contatto verbale e fisico nel momento di sconforto. Non preoccupatevi che questo possa “viziare” il cucciolo: ben presto riconoscerà la vostra casa come la sua “tana” e la vostra famiglia come il suo “branco” e gradualmente imparerà a stare da solo. Non esagererete però nel coccolarlo, inducendo l’abitudine di guaire ogni volta che si sentirà trascurato. Un altro particolare: se dopo alcuni tentativi rifiuterà la meravigliosa cuccetta che con tanto affetto avrete acquistato, non preoccupatevi e non obbligatelo ad adagiarvisi: avrete modo nei giorni seguenti di stimolarlo con cibo o giocattoli e comunque, se proprio non ne volesse sapere, lo lascerete pure dormire dove gli aggrada: è un Bovaro, rustico e robusto e saprà di certo cos’è meglio per lui. Per insegnargli a stare da solo, non dovrete fare troppi saluti prima di andare via e nemmeno le feste appena arrivati: rientrerete, lo ignorerete completamente, vi toglierete il soprabito e infilerete le pantofole in attesa che si calmi. Solo quando si sarà calmato lo inviterete a raggiungervi per porgli i vostri saluti. In questo modo dimostrerete lui, “parlando la sua lingua”, che la vostra posizione gerarchica sarà più elevata della sua. Gestirete gli spazi di casa accessibili al cane e quelli invece vietati. Già dal secondo giorno di convivenza potrete iniziare ad impartire l’educazione di base: il cane di 2-3 mesi corrisponde ad un bimbo di 6-7 anni ed ha quindi la capacità di imparare. Non siate troppo esigenti. La correzione degli errori necessiterà di coerenza, tempestività assoluta, non dovrà mai essere violenta o, peggio, incomprensibile. Con amore e pazienza, gli insegnerete subito ad evitare comportamenti sgraditi e pericolosi come sgranocchiare tappeti, mobili o fili elettrici, distraendolo dai sui eventuali “impegni” con un “No” chiaro e deciso ed offrendo qualche alternativa: “No. Vieni!” ed un bel premio potranno bastare. Inoltre, sarà preferibile premiare il cane mentre farà spontaneamente la cosa giusta (“Bravo”! e bocconcino mentre sta accanto alla nonna con le quattro zampe al suolo) piuttosto che aspettare e sgridarlo quando sbaglia (“Giù, cattivo! Non si salta addosso alla nonna!”). Accade spesso che i proprietari si dilunghino in inutili e concitate frasi di ammonimento rivolte al “delinquente”: in questo modo non faranno altro che confondere il cane ed, anzi, gratificarlo, premiandolo rivolgendogli attenzione (probabilmente il cane aspettava proprio quello!). Questo errato comportamento umano farà sì che l’errore del cane venga ripetuto. Insomma: loderete sempre il cane che farà la cosa apprezzata, eviterete che commetta degli errori, se dovesse commetterne li interromperete con un “No” e offrirete un’alternativa. Sin da subito il piccolo dovrà imparare ad accorrere al vostro richiamo, quindi ogni volta che userete il suo nome sarà sempre seguito dal “Vieni” più sinuoso, amorevole ed invitante che potrete, con un tono vocale “al miele” (per il cane conta di più il tono vocale che il significato intrinseco del termine stesso: invece che “Vieni” potremmo dire anche “Banana”, in modo dolcissimo ed asso3ciato al rinforzo positivo corrispondente al suo avvicinarsi a noi, che porterà sempre allo stesso risultato) accucciandovi ed aprendo le braccia verso di lui per accoglierlo. Non dovrà mancare un premio succulento. Il richiamo sarà “nirvana”: niente al mondo per il cucciolo sarà più estasiante. Sarà vietato usare il nome del cane con tono arrabbiato e minaccioso. Sarà vietato chiamare a sé il cane per punirlo o sgridarlo. Sconsigliabile usare centomila vocaboli diversi per chiedere una sola cosa (“Vieni”, “Andiamo”, “Qui”) o gesticolare in modo assurdo ogni volta che ci si rivolgerà al cane: creeremmo in lui inutile senso di frustrazione. Quindi: calma, congruenza, generosità. Dovrete necessariamente imparare a giocare interagendo attivamente e con moderazione. Non sarà di alcuna utilità acquistare milioni di pupazzetti o “trappole” colorate con cui “poter” abbandonare il cucciolo (spesso con il rimorso di coscienza di averlo trascurato). Non lascerete i giochi sempre a sua disposizione, ma li ritirerete dopo averli condivisi. Procurerete dei “passatempo” da lasciargli mordicchiare come antistress, tipo la pelle di bufalo attorcigliata, o dei giochi in gomma adatti alla masticazione, piuttosto che i “Kong” , le palline cave da riempire con bocconcini che usciranno ad ogni rollio auto-gratificando il cane. Le ossa naturali di prosciutto crudo o di ginocchio di bue andranno somministrate con estrema moderazione, in quanto potrebbero provocare occlusioni intestinali, stitichezza ed altri disturbi fisici (non è vero che sono utili alla pulizia dei denti: per quello servirà solo un buon spazzolino ed un buon dentifricio). Approfitterete anche per infilare al cane il collare prima di giocare o prima dei pasti, di modo che questo “aggeggio misterioso” venga associato a qualcosa di estremamente gradevole e quindi tollerato con maggiore facilità. Una volta accettato il collare, attaccherete il guinzaglio, lo lascerete al suolo e continuerete a giocare. Se il piccolo dovesse morderlo, interromperete l’azione con il “No” e proporrete lui altro da fare. In una terza fase prenderete in mano la maniglia e chiamerete suadentemente il cucciolo verso di voi attirandolo con il giochino o con il biscottino, lodandolo. Sarà semplicissimo così evitare imbarazzanti rodei alla prima uscita. Farete molta attenzione al gioco del tira-molla (tiro alla fune con uno straccio o una corda annodata) perché oltre che essere pericoloso per i dentini, è prezioso alleato del posizionamento sociale: vincere il premio conteso (anche se di nessun valore per noi), significa per il cane semplicemente essere più forte, più capace e quindi degno di rispetto più di chi perde…Dovrete perciò essere sempre voi a “vincere”, facendovi lasciare il tanto desiderato gioco. Non aspetterete che il cane si stanchi di giocare, ma interromperete prima, lasciando sempre vivo il desiderio di continuare. Ogni successiva forma di apprendimento avverrà sotto forma di gioco (fin’ora lui avrà imparato proprio grazie all’attività ludica condivisa con suoi fratellini e con la sua mamma) e quindi bisognerà essere sereni e collaborativi, propositivi, eclettici. Non potrete mai permettere al cucciolo di non darvi retta: “Non avrà sentito…”, “Ora non ha voglia…”, “E’ un testardo…”: quando chiederete, non potrete far altro che ottenere, a costo di lavorarci su per ore, senza mai arrabbiarvi e riproponendo la richiesta (fatevi un esame di coscienza: troppo severi? Troppo poco convincenti? Confusi? Contradditori?…); altrimenti insegnerete che potrà fare quello che vuole (gli ridarete scettro e trono), che non cambierà niente, che tanto deciderà lui (e voi sarete i più deboli). Una parte non trascurabile dell’educazione del cucciolo consisterà nella toelettatura: dovrete abituarlo a farsi toccare e controllare ogni zona del corpo, preferibilmente stando su di un tavolo, oggetto che si ritroverà poi dal veterinario, in toelettatura o in esposizione prima del ring. Gradatamente, con la spazzola agirete prima su parti meno sensibili del corpo (schiena, collo, gambe) e poi sulle più sensibili (pancia, coda, orecchi) fino a coprire tutto il manto. Ultimo consiglio, ma non per importanza: cercherete di coinvolgere il più possibile il cane nella vostra vita, lo renderete partecipe e collaborativo, non lo “umilierete” trattandolo sempre come un bambino e nemmeno lo bistratterete come essere inferiore. Dimostrerete certezza sulla vostra attitudine di leader, varcando sempre voi per primi la soglia di casa o il portone del cortile, facendovi seguire. Lo immergerete gradualmente nei più disparati contesti urbani, avendo cura di non sottoporlo subito (e forse mai) ad ambienti soggetti ad elevato inquinamento acustico (come il luna-park o alle festa di capodanno con fuochi d’artificio e mortaretti); lo metterete in condizione di fare disparate esperienze: ombrelli, carrozzine, biciclette, uomini in divise particolari o con stampelle; lo farete stare tranquillo e se per caso avrà paura di qualche cosa, non lo rincuorerete per nessuna ragione: farete finta di niente, se potrete volgerete le spalle al “problema”, attenderete finchè si sarà rilassato e poi proseguirete con calma, elogiando ogni progresso, se anche potrà apparire banale. Dimostrerete sicurezza, disponibilità, apprezzamento. Dopo i il terzo, quarto mese, quando il cane sarà ben posizionato nella gerarchia familiare e si affiderà ciecamente a voi, potrete iniziare il percorso dell’addestramento nelle discipline che più si adatteranno al vostro soggetto, rivolgendovi a dei professionisti seri, che usino sol4o il metodo gentile con rinforzo positivo.

 

Laura Modonutti

 

 

 
 
Modonutti Laura
Via Corridoni, 5
33050 Fauglis di Gonars (UD)
Cell 340-2204949
laura.modonutti@virgilio.it